La media dell’inflazione italiana degli ultimi tre decenni è passata dal 3% al 2% e poi al 1% e questo nonostante la crisi finanziaria del 2008. Ci siamo quindi abituati a dei tassi d’interesse sostanzialmente stabili, ma questa situazione sta ora cambiando rapidamente.
L’ISTAT al momento prevede per il 2022 un’inflazione del 5,8%, che sarebbe la più alta dal 1992 (l’anno del Trattato di Maastricht e dell’avvio di Mani pulite) e anche la Banca Centrale Europea ha ormai preannunciato un significativo rialzo dei tassi.
Le banche hanno come al solito giocato d’anticipo e ormai da mesi i tassi d’interesse sui finanziamenti sono in rialzo. A metà maggio, con il tasso BCE ancora a zero, abbiamo messo a confronto i tassi d’interesse delle due principali banche italiane per quanto riguarda le tipologie di finanziamento che facciamo anche noi e questa è il risultato (cliccando su ogni tasso si apre il foglio informativo corrispondente):
TAEG | Intesa San Paolo | Unicredit | MAG4 |
mutuo senza garanzia ipotecaria | 9,73% | 11,10% | 8,75% |
anticipo crediti | 12,98% | 12,29% | 8,75% |
fido | 15,80% | 13,41% | 9,75% |
Il confronto è stato fatto sul TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale) che, come abbiamo scoperto qualche anno fa, può essere di molti punti superiore al TAN (Tasso Annuo Nominale), giungendo a raddoppiarlo. Quest’ultimo è purtroppo il tasso sbandierato dalle banche, che senza un confronto attento ci fa illudere rispetto al costo effettivo dei finanziamenti. Ricordiamo anche che nel nostro caso, certamente unico, i tassi sono comprensivi di tutte le eventuali spese collegate e quindi non c’è nessuna differenza tra quanto diciamo (TAN) e quanto facciamo (TAEG).