Le primavere passano, i capelli imbiancano, ma la Riforma del terzo Settore pare non patire i segni del tempo.
Poche le novità avvenute negli ultimi mesi, anche se dobbiamo dire che la riforma è ormai a buon punto, fatta salva l’effettiva istituzione del Registro unico nazionale del terzo settore (RUNTS).
Acquisire la qualifica di ETS non sarà un obbligo, ma è di fatto necessario per entrare in questo sistema, che va ad aggiungere all’attuale panorama degli enti no profit tutta una serie di figure più spurie che precedentemente non esistevano, oppure che già esistevano ma non avremmo considerato nella loro sostanza enti no profit.
Quindi via libera alle imprese sociali anche in forma SRL, alle fondazioni (tranne quelle di emanazione bancaria), agli enti filantropici sia in forma di associazione che di fondazione, ed alle reti associative (che di fatto vanno a sostituire, con alcune peculiarità, quelle che erano le ONLUS).
Tutti questi enti dovranno svolgere in via principale una attività di interesse generale, così come indicato dalla normativa, e di contro avranno agevolazioni fiscali o detassazione di alcune entrate. Questa pare essere una peculiarità particolarmente ‘ghiotta’ soprattutto per quelle forme giuridiche classiche del mondo profit, ma potrebbe essere un aspetto che crea delle ambiguità, e che rischia con una pennellata di ‘etico’ di far luccicare più del dovuto certe attività o certi enti.
Dal nostro punto di vista studiamo, ci aggiorniamo, e non vediamo l’ora di mettere in pratica le cose che per ora abbiamo immaginato solo sulla carta, ma sempre con una particolare attenzione al gruppo che si rivolge a MAG ed ai suoi reali obiettivi e propositi, al di là di cosa questa normativa (lumaca) permetterà nei suoi termini più ampi.