Vi sono molti motivi per i quali una notizia importante che riguarda temi globali e universali come quella su cui vogliamo attirare l'attenzione viene omessa o dimenticata dalla maggioranza dei media.

Vertice dei Capi di Stato e di Governo del G77 il 14-15 giugno 2014 in BoliviaSicuramente l'aver finalmente individuato un nuovo "male assoluto", un "nemico globale", uno "stato canaglia" meglio se islamico e sicuramente terrorista ha distratto anche i più attenti tra essi. Anche il luogo di provenienza non aiutava: uno Stato che si definisce curiosamente "plurinazionale", con meno abitanti di Seul: la Bolivia. Non parliamo poi di chi l'ha prodotta, questa notizia: il G77, organismo che per il suo 50esimo compleanno quest'estate non si è visto fare molti auguri da parte di quelli che contano, che solitamente fanno parte del G8. Eppure...

Eppure stiamo parlando di un Vertice che il 14-15 giugno 2014 ha visto la partecipazione di due terzi dei governi del mondo (134 paesi), rappresentanti di oltre il 60% dell'Umanità. Non esattamente un manipolo di reduci no-global o alter-mondialisti nostalgici. Decine di presidenti, ministri e ambasciatori che sotto l'egida dell'Onu (di cui il G77 fa parte) e del suo Segretario Generale Ban Ki-moon che ha aperto i lavori sono riusciti a produrre e sottoscrivere un documento non proprio leggero, o generico. Una Dichiarazione di 242 articoli, intitolata "Per un nuovo ordine mondiale per vivere bene", ove l'espressione spagnola Vivir Bien si riferisce al concetto andino di vivere in armonia con la comunità degli uomini e con la natura.

Vi consigliamo di leggerlo, in rete lo trovate in più lingue sul sito http://www.g77.org/doc/docs.html, o quanto meno di leggere la traduzione italiana del notevole discorso di Evo Morales, Presidente del paese ospitante che ne contiene tutti gli input: http://znetitaly.altervista.org/art/15242. Potrete capire, sin dai primi articoli, il perché di questo nostro consiglio, e forse anche perché non molti media hanno riportato la notizia del Vertice. Vi sono affermazioni forti e chiare, forse utopiche ma calate in una realtà geopolitica che esiste e si esprime da cinquanta anni contro il colonialismo, il capitalismo predatorio e consumista, a favore della sovranità dei popoli, della loro indipendenza e autodeterminazione. Sappiamo che non sono molti i media che possono dar spazio a simili "ideologie", proprio perché i loro padroni mirano ad un ordine mondiale completamente diverso, e che richiede armi e nemici contro cui combattere, non cooperare.

Sono espresse con chiarezza idee forti e molto condivisibili, che aggiornano molte istanze tipiche dei movimenti di critica alla globalizzazione ma che provengono, per una volta, non da singoli cittadini del mondo ma da Governi di paesi molto diversi tra loro, eterogenei nelle politiche ed economie, nemici fraterni in passato o ancora oggi, ma che almeno a parole si trovano d'accordo: il nuovo possibile mondo deve essere al contempo antimperialista e amico della "Terra Madre", se vuole reagire alle minacce combinate di catastrofe economica, sociale e ambientale che incombono oggi più che mai.