Nonostante le promesse, gli impegni elettorali, il Contratto di governo e le dichiarazioni pubbliche, dobbiamo constatare che il Governo sta prendendo tempo invece di bocciare il CETA https://stop-ttip-italia.net/2018/11/21/stopcetasubito-mobilitazione/.

Il nuovo TTIP parte con l’ok dell’Italia, ma dobbiamo fermarlo ...Pubblicamente viene ribadita una contrarietà agli accordi che ledono la sovranità dell’Italia o che minacciano l’agricoltura, i consumatori e l’ambiente. Eppure, nonostante sia possibile in qualunque momento portare la ratifica del CETA al giudizio di Camera e Senato, questo non sta succedendo.

Non solo, il 15 aprile tutti i governi dell’Unione – eccetto la Francia, contraria, e il Belgio, astenuto – hanno dato il via libera ai mandati chiesti dalla Commissione europea per negoziare una nuova versione del TTIP https://stop-ttip-italia.net/2019/04/16/nuovo-ttip/, anche se a Bruxelles ci tengono a non usare acronimi diventati “piuttosto tossici”, come ha avuto a dire la Commissaria al commercio Cecilia Malmstrom. Approvati anche dall’Italia dei Di Maio e dei Salvini, che nero su bianco appena pochi mesi fa avevano scritto nel Contratto di governo: “per quanto concerne Ceta, MESChina, TTIP e trattati di medesimo tenore intendiamo opporci in tutte le sedi, in quanto determinano un eccessivo affievolimento della tutela dei diritti dei cittadini, oltre ad una lesione della concorrenza virtuosa a scapito della sostenibilità del mercato interno”.

Ma non finisce qui, il 30 aprile la Corte di giustizia dell’Unione europea ha decretato che il sistema di protezione degli investimenti inserito nel trattato di liberalizzazione commerciale UE-Canada (CETA), è compatibile con il diritto europeo https://stop-ttip-italia.net/2019/04/30/ceta-corte-ue-tribunale-multinazionali/. Il parere della Corte arriva dopo una richiesta – inoltrata nel 2017 dal Belgio – di esprimere un parere circa la compatibilità del meccanismo di arbitrato presente nel CETA con il diritto dell’Unione. La sentenza legittima un sistema controverso, che consente alle multinazionali di fare causa agli Stati per scoraggiare l’approvazione di leggi che minacciano i loro profitti. Qualunque norma – anche se varata per proteggere l’interesse pubblico o l’ambiente – sarà impugnabile in opachi tribunali, che prestano il fianco a gravi conflitti di interessi.

Incontro Stop ISDS a TorinoE tutto questo nonostante la petizione Stop ISDS – Diritti per le persone, Regole per le Multinazionali https://stop-ttip-italia.net/diritti-per-le-persone-regole-per-le-multinazionali/, che chiede l’istituzione di un trattato legalmente vincolante delle Nazioni Unite su Corporations e Diritti Umani, ma anche di nuove legislazioni europee e nazionali per far sì che le imprese rispondano legalmente delle proprie azioni e le persone e le comunità colpite dai loro abusi possano accedere con certezza alla giustizia, abbia raccolto in pochi mesi più di mezzo milione di firme …

Insomma, mai come in questo momento bisogna rinnovare il nostro impegno per fermarli https://www.facebook.com/stopttiptorino/!