Hanno cominciato a costruire la loro università popolare nella quale saranno in tanti e tante a insegnare, ad esempio le levatrici e chi nelle comunità si occupa di salute, per proporre studi anticoloniali. Intanto hanno moltiplicato gli “orti medicinali”. Hanno soprattutto scelto di vivere un’agricoltura senza chimica orientata da principi e pratiche di sovranità alimentare. Tutti questi aspetti in un angolo del mondo devastato dalle multinazionali dell’olio di palma e che non smette di pensare a Berta Cáceres ...

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