Siamo, forse, al di là dell’immaginario da film dell’orrore. Eppure, il sequestro – da due anni – del corpo senza vita della mamma di Franciska Wanjiru da parte del Nairobi Women’s Hospital, perché la famiglia non può pagare le spese ospedaliere, è la rappresentazione plastica di come il profitto riesca a farsi carne, a ucciderci, e poi a impadronirsi anche del corpo senza vita. Più necropolitica ed espropriazione della vita – e di ogni suo simulacro – ai fini dell’accumulazione di denaro di così, ci pare francamente impossibile ...

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