Erano gli ultimi anni del secolo scorso, quando in Italia i grandi sostenitori dell’inarrestabile processo di privatizzazione dell’acqua pubblica hanno cambiato marcia. La propaganda mediatica sventolava le grandi opportunità che l’apporto di capitali freschi e inumiditi avrebbe consentito di aprire alle vecchie gestioni obsolete. Avremmo finalmente avuto servizi efficienti, reti messe a punto e modernizzate, impianti di depurazione, fine degli sprechi. Il mercato e la sana competizione ...

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