Era il 1987 quando un gruppetto di persone ha deciso di unirsi e di creare una cooperativa che raccoglie denaro tra i soci per finanziare realtà noprofit che difficilmente riuscivano ad ottenere credito dal sistema tradizionale bancario.

No era depresión era capitalismoQuelle persone si misero in gioco perché erano stanche di lasciare i propri soldi nelle banche tradizionali che li investivano in modi discutibili. Volevano allontanarsi dal quel modello di sviluppo secondo il quale dal denaro nasce altro denaro, da quel sistema in cui le persone NON sono al centro, da qual mondo in cui il finanziario conta più del reale … Da quel movimento nacquero le MAG (Mutua AutoGestione). Le MAG lentamente sono cresciute e ne sono nate varie in tutta Italia.

La MAG4 passo dopo passo è cresciuta: da qualche volontario nel 1987 è passata a sei lavoratori nel 2007, da due finanziamenti erogati nel 1987 è arrivata a superare la ventina all’anno nei primi anni 2000. Nel corso degli anni ha superato grandi difficoltà: il fallimento del Gruppo della Rocca, il terrificante nuovo TUB che ha monopolizzato intere riunioni, il riconoscimento come finanziaria infragruppo, il cambiamento dello schema di bilancio. Ci sono state moltissime cose belle, in particolare le relazioni create con realtà e persone che condividono gli stessi pensieri di MAG4 e la stessa voglia di mettersi in gioco.

Nell’ultimo decennio, però, tutto è un po' calato: sono calati i numeri (solo un paio di finanziamenti erogati nel 2019, quattro lavoratori a tempo parziale), sono diminuiti i soci attivi, non si assiste ad un ricambio generazionale tra i soci, le ammissioni di nuovi soci sono sempre meno, mentre crescono i recessi. Si fa molta fatica a tessere relazioni con le realtà che ci circondano. Sicuramente c’è una parte di responsabilità della MAG4 stessa, ma forse non solo. Anche la rete vicina a noi è in crisi, sono state chiuse realtà storiche e parecchi soci vicini condividono una stanchezza generale: siamo tutti più tirati e oberati, le realtà collettive e i singoli. Inoltre, rispetto a quando è nata, oggi manca, almeno in Occidente, la coscienza politica delle scelte che si fanno. Le energie destinate alla creazione di un nuovo mondo possibile sono crollate. Anche all’interno della MAG4, come lavoratori e consiglieri, sentiamo questa stanchezza. Molto probabilmente la crisi esterna ha contaminato l’interno. Osserviamo un calo generale e allora come Cda abbiamo iniziato a chiederci se la MAG4 serve ancora a qualcosa, se ha ancora senso nella realtà in cui viviamo oggi. Alcune delle altre MAG si stanno chiedendo la stessa identica cosa e insieme ai loro soci stanno iniziando un percorso di riflessione.

Sono passati ormai più di 30 anni dalla nascita di MAG4 e riteniamo sia un buon momento per le riflessioni, interrogandoci sul senso della Finanza Mutualistica e Solidale e sul ruolo delle MAG nel contesto storico, economico e sociale attuale. L’obiettivo della prossima pianificazione potrebbe essere quello di dare una risposta chiara alla domanda: che senso ha la MAG4 oggi, in modo che al termine del prossimo triennio si possa decidere quali strade intraprendere.

Nella prossima assemblea di bilancio ci sarà il rinnovo cariche. Spazio quindi a nuovi consiglieri con una mente aperta e creativa. La MAG4 ha bisogno di nuovi consiglieri, nuove teste, nuove energie, nuove sensibilità. Il Cda futuro, forse, avrà un compito meno tecnico/operativo rispetto ai precedenti mandati, ma dovrà avere la creatività necessaria per sostenere la base sociale nell’immaginare il futuro della cooperativa e ripensare il senso di ciò che facciamo e di dove stiamo andando.

Nell’assemblea di gennaio si deciderà come e quando incontrarsi per imbastire la prossima pianificazione che guiderà il nuovo Cda.