Dal 2004 la MAG4 ha realizzato il passaggio della propria rete computer da Windows (sistema operativo chiuso, proprietario e a pagamento) a GNU/Linux (sistema operativo aperto, libero e gratuito).
Non sono mancate ovviamente le difficoltà tecniche. Tra le distribuzioni GNU/Linux viene utilizzata Mandriva, la più facile e la più diffusa in quel momento, prodotta da una società quotata francese, dato che, nonostante vari tentativi, la più etica Debian, prodotta da una associazione internazionale di volontari, non si riesce ad utilizzare.
A maggio 2010 la situazione di Mandriva arriva ad un punto cruciale: le possibilità sembrano essere o il fallimento o l'acquisizione da parte di Linagora (società per azioni francese, fornitore del complesso militare-industriale francese). Questo ci spinge a riconsiderare la nostra scelta, decidendo di passare a Ubuntu come primo passo verso Debian.
Durante il 2010 familiarizziamo con la distribuzione Ubuntu ed essendo questa basata su Debian, riusciamo a maturare esperienza sufficiente per effettuare nel corso del 2011 il passaggio dei server, e poco dopo il passaggio di tutta la rete pc.
Come potete approfondire, la nostra scelta di Debian è dovuta, oltre alla caratteristiche di stabilità e robustezza per cui è famosa, al fatto che tutti i partecipanti al progetto sono volontari e non esiste un'azienda di riferimento che lo finanzi; questo la rende sicuramente la distribuzione più vicina ai principi della mutua autogestione. A partire dal 2011 abbiamo quindi iniziato a effettuare una donazione annua e segnaliamo eventuali errori per permettere la loro correzione, in modo da contribuire così al suo sviluppo.
Di seguito un pò di storia ed un pò di chiarezza su cosa si intende con software libero.
La definizione di Stallman, che da subito assunse il ruolo di definizione per eccellenza di software libero, enuncia quattro principi di libertà:
Libertà 0, o Libertà fondamentale: la libertà di eseguire il programma per qualunque scopo, senza vincoli sul suo utilizzo
Libertà 1: la libertà di studiare il funzionamento del programma, e di adattarlo alle proprie esigenze
Libertà 2: la libertà di redistribuire copie del programma
Libertà 3: la libertà di migliorare il programma, e di distribuirne i miglioramenti
Il software distribuito con una licenza che rispetti questi principi è detto software libero (in inglese free software). Il Copyleft, o permesso d’autore, è nato a tutela di queste libertà fondamentali, poiché impedisce che un utente dopo aver modificato il programma, possa ridistribuirlo con l’aggiunta di restrizioni. In questo modo la forma libera del software è garantita nel tempo.
L’aggettivo “libero” implica una concezione del software basata sulla collaborazione tra gli utenti e, a questo proposito, è fondamentale che un software libero rimanga tale.
Condizione necessaria per la continua evoluzione del programma a mano a mano che questo viene diffuso tra i diversi utenti è l’apertura del Codice Sorgente che rende possibili le modifiche.
Da questo aspetto è nato nel 1998 un nuovo tipo di software detto Open Source (dall’inglese, letteralmente Sorgente Aperta) il quale, però, è stato da subito associato ad una filosofia diversa. Sebbene dal punto di vista pratico non ci siano differenze, ciò che distingue i due movimenti è la logica sottesa ad essi. Infatti al contrario del software libero che, come abbiamo già detto, si basa su profonde concezioni morali e quindi è un movimento a carattere sociale, l’open source si riferisce esclusivamente ad aspetti tecnici. Un'altra differenza tra il software libero e l'open source riguarda il copyleft: i prodotti derivati da un lavoro coperto da licenza copyleft rimangono liberi, cosa che non è obbligatoria in un approccio open source.
Il concetto di software libero discende da quello di libertà di scambio di idee e di informazioni. Negli ambienti scientifici, questo principio è tenuto in alta considerazione per la fecondità che ha dimostrato; ad esso infatti è generalmente attribuita molta parte dell'eccezionale ed imprevedibile crescita del sapere negli ultimi tre secoli.
La libertà di scambio di idee non è tuttavia una questione puramente pratica: essa è anche alla base dei concetti di libertà di pensiero e di espressione. Analogamente alle idee, il software è immateriale, e può essere riprodotto e trasmesso facilmente. In modo simile a quanto avviene per le idee, parte essenziale del processo che sostiene la crescita e l'evoluzione del software è la sua libera diffusione. Ed ogni giorno di più, come le idee, il software permea il tessuto sociale e lo influenza, produce effetti etici, economici, politici e in un senso più generale culturali.