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l'economia solidale

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Commercio equo e solidale

Con il termine commercio equo e solidale, o semplicemente commercio equo (fair trade in inglese), si indicano quelle attività commerciali il cui obiettivo non è solamente la massimizzazione del profitto, ma anche la lotta allo sfruttamento della manodopera e alla povertà legata a cause economiche, politiche o sociali.
È una forma di commercio internazionale con la quale si cerca di far crescere aziende economicamente sane e di garantire ai produttori ed ai lavoratori del Sud del mondo un trattamento economico e sociale equo e rispettoso, contrapponendosi alla logica di sfruttamento troppo spesso seguita dalle grandi imprese multinazionali. Possiamo dire che il commercio equo e solidale si propone di migliorare le condizioni di vita dei paesi del Sud del mondo attraverso lo sviluppo delle loro capacità produttive e imprenditoriali piuttosto che ricorrendo a interventi assistenziali, umanitari: trade not aid.
Gli obiettivi strategici del commercio equo sono: lavorare con i produttori svantaggiati e lavoratori per aiutarli a passare da una condizione di vulnerabilità a una situazione di sicurezza e autosufficienza economica; giocare un ruolo attivo nel più ampio scenario globale per raggiungere una maggiore equità del commercio internazionale, sostenere progetti locali che valorizzano il territorio; rendere consapevoli i consumatori del proprio potere di scelta nell'acquisto.

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Decrescita

Il tema della decrescita economica emerge dalla considerazione che lo sviluppo, così come lo conosciamo, non può proseguire all'infinito in un mondo caratterizzato dalla limitatezza. Una crescita economica rivolta al costante aumento del prodotto interno lordo (e dunque dei consumi) senza prendere in considerazione la natura non è sostenibile per l'ecosistema terrestre.
L'economista rumeno Nicholas Georgescu-Roegen fu il primo ad inserire nel discorso economico il fattore ambiente, dando vita ad una nuova disciplina: la “bioeconomia”; l'autore suggerisce che l'economia dovrebbe tenere in maggiore considerazione le leggi biologiche ed energetiche della natura, in particolare alcuni principi di termodinamica: l'energia esistente nell'universo non può essere né prodotta né distrutta, ma solo trasformata da energia utilizzabile ad energia non utilizzabile. Una volta bruciato il pezzo di carbone, di legno, il litro di petrolio l'energia si disperde sotto forma di calore, fumo e cenere ed accresce l'entropia, ossia il grado di dispersione e degradazione.

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Bilanci di giustizia

E' una campagna promossa a partire dal 1993 dall'Associazione Beati i Costruttori di Pace (con sede a Padova) attraverso cui si vuol dare alle famiglie uno strumento che permetta loro di controllare la propria economia domestica. Alle famiglie vengono proposti metodi per controllare i propri consumi e risparmi, orientandole verso comportamenti critici ed etici che favoriscano uno sviluppo sostenibile. Il mezzo per effettuare queste azioni è il bilancio familiare, dal quale emergono i risultati delle diverse scelte economiche.
Per quanto riguarda i consumi, ad esempio, si cerca di ridurli ma contemporaneamente di indirizzarli verso acquisti consapevoli, di prodotti biologici o equo-solidali. Si propongono inoltre pratiche quali il consumo di prodotti secondo la loro stagionalità, il riutilizzo dei vestiti e il riciclaggio. Dal punto di vista bancario, invece, si spinge ad indirizzare i propri risparmi non verso i tradizionali canali che mirano ad un rendimento elevato, bensì verso investimenti in MAG, Banca Etica o in cooperative sociali prevalentemente del luogo.

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