I fondi etici sono strumenti finanziari che, a differenza dei fondi tradizionali, combinano obiettivi di rendimento economico con finalità di solidarietà e responsabilità sociale.

Nonostante questi fondi non siano assolutamente riconosciuti dalla finanza etica, la quale non ritiene legittimo e rifiuta in ogni sua forma la speculazione o l'arricchimento basato sul mero possesso e scambio di denaro (se non in misura pari al tasso di interesse) e la definizione di "etica" per società che non operano totalmente in questo settore, hanno ottenuto recentemente ampia diffusione anche nel mercato italiano. 1

Questi fondi comuni di investimento possono essere classificati principalmente in due categorie: fondi solidaristici (o a devoluzione dei proventi) e socialmente responsabili.

I primi non utilizzano alcun criterio di selezione delle partecipazioni, ma si limitano semplicemente a devolvere parte dei ricavi o delle commissioni incassate ad iniziative di solidarietà o ad enti no profit.

I fondi socialmente responsabili invece sono strumenti finanziari che, differentemente dai precedenti prevedono una scrupolosa selezione dei titoli da inserire in portafoglio.

La valutazione, (o screening), che viene eseguita da apposite Agenzie di rating etiche: Kinder Lyndeberg Domini (USA), EIRIS (GB), Avanzi (Italia), per fare alcuni esempi, si attiene a determinati criteri di "eticità" dei titoli e delle aziende a cui fanno riferimento: trasparenza, condizioni di lavoro, rapporti sindacali, impatto ambientale, utilizzo di energie rinnovabili, qualità dei prodotti e dei processi produttivi, ecc.

Un criterio di esclusione (screening negativo) è rappresentato dall'impegno delle aziende in settori quali: alcool, tabacco, energia nucleare, armi ecc.

Oltre che su questi criteri la selezione dei titoli può basarsi anche sul criterio cause-based investing (strategia di investimento basato sulle cause) ovvero la possibilità di concedere finanziamenti a cause particolari o attività particolamente meritevoli e di utilità sociale.

Questi investimenti non costituiscono però delle donazioni; bensì si caratterizzano per la partecipazione diretta al capitale sociale delle imprese che si vogliono sostenere o nella concessione di prestiti.

L'ultima strategia utilizzata nella gestione dei portafogli etici è la shareholder advocacy (o activism) che mira ad incrementare il livello di responsabilità sociale delle imprese in portafoglio grazie alla collaborazione degli investitori che, in quanto azionisti dell'azienda, sfruttano i mezzi a loro disposizione dal punto di vista del dialogo coi manager e del diritto di voto in sede di assemblee degli azionisti.

Fondi etici italiani

Il primo fondo comune etico italiano risale al 1989, ma è solamente dalla metà degli anni '90 che il loro numero ha iniziato a crescere in modo sensibile.

Un esempio di fondo solidaristico è rappresentato da Azimut Solidity, attivo sul mercato italiano ormai dal 1995 e che consente ai sottoscrittori di devolvere una parte dei rendimenti (il 25% o il 50% della differenza tra il rendimento effettivo del fondo e quello dei certificati di deposito a sei mesi) ad una delle organizzazioni umanitarie partner dell'iniziativa "Progetto solidarietà" (Unicef, Lega tumori, Missioni Don Bosco, Missionari Comboniani, Fondazione Exodus, Lega del Filo d'oro, Istituto Giannina Gaslini e Unione italiana lotta alla distrofia muscolare)

Della stessa tipologia, vi sono Ras Cedola e Nordfondo etico. Il primo, gestito dalla società Ras A.M., è il primo fondo etico ad essere stato attivato sul mercato italiano (1989) e che permette di devolvere, con una formula analoga ad Azimut Solidity, una parte dei proventi a particolari organizzazioni operanti in diversi paesi in via di sviluppo, mentre il secondo devolve metà delle commissioni di gestione a favore di Gruppo Abele, Associazione amici dei bambini, Aibi e Unicef.

Esempi di fondi socialmente responsabili ci vengono forniti invece da quelli in gestione alla società San Paolo IMI Asset Management S.G.R. (Sanpaolo azionario internazionale etico, Sanpaolo obbligazionario estero etico e Sanpaolo obbligazionario etico) che investono in strumenti finanziari di aziende in linea con i criteri di screening etico e che si contraddistinguono per il perseguimento di un comportamento socialmente meritevole.

Stessa natura hanno Euromobiliare Green Equity Fund, che investe in titoli di società le quali, attraverso il loro operato, favoriscono la salvaguardia del patrimonio ambientale ed artistico; Bipielle Fondicri Etico Roma Caput Mundi che finanzia l'arte e la cultura; Ducato civita e Ducato ambiente che si contraddistinguono per il loro investimento in società internazionali rispettose dell'ambiente e dei diritti dell'uomo.

In alcuni casi esiste la possibilità di coniugare entrambe le forme di fondo comune etico come BNL per Telethon che investe principalmente in società rispettose dell'ambiente e dei diritti umani e che allo stesso tempo devolve la metà delle commissioni a favore della fondazione Telethon.

Per quanto riguarda le performance dei fondi comuni di investimento con finalità etica, i punti di vista e le valutazioni sono piuttosto discordanti: da un lato infatti questi vengono considerati meno convenienti rispetto a quelli tradizionali dal punto di vista del rendimento a causa del costo maggiore derivante dall'attività di screening (che va a sommarsi alla normale analisi finanziaria dei titoli) e per i vincoli posti dall'obiettivo etico nella scelta dei titoli da inserire in portafoglio; dall'altro ci sono diversi studi (Guerard (1996), Becchetti e Fucito 1999),Statman (2000)) che avvalorano la teoria secondo la quale le performance di questi fondi in termini di rendimento sono perfettamente in linea con quelle fatte registrare da quelli tradizionali o comunque non statisticamente significative.

 


RIFERIMENTI

Manifesto della finanza etica

Fondi comuni di investimento etici in Italia e la valutazione della performance , Antonella Basso – Stefania Funari; Dipartimento di Matematica applicata; Università Ca' Foscari di Venezia

I fondi etici: caratteristiche, spazi di mercato, ritorni finanziari; Massimo Regalli, Maria-Gaia Soana, Giulio Tagliavini; Dipartimento di economia, Università di Parma

http://www.soldionline.it/blog/dituri/i-fondi-etici-rendono-ma-guarda-un-po