Nel mondo delle banche non è un periodo facile: tra quelle che falliscono, che vengono commissariate, o che vengono accorpate, c’è poco da stare allegri.

Associazione Lewis & ClarkUn segnale della crescente difficoltà, e della perenne non trasparenza, di questo mondo, viene dal rapporto mensile dell’Associazione Bancaria Italiana (ABI), che racconta come sta il mondo bancario attraverso una serie di noiosi (ma necessari) dati numerici: da inizio del 2016, il dato dei crediti in sofferenza viene indicato solo al netto delle rettifiche, cioè di tutte quelle manovre che le banche dovrebbero agire in ragione del fatto che un debito, ad esempio, non sia più recuperabile nel suo complesso. Non è più possibile trovare il valore lordo, cioè quello nominale. Pur essendo un dato al netto del suo valore, l'ABI ci dice che, a fine 2015 le sofferenze nel mondo bancario erano in aumento e pari al 4,94% (sofferenze nette su impieghi totali).

Non è possibile comparare questo dato con il monitoraggio dei rientri problematici, cioè le sofferenze targate MAG4: non è facile capire quali dati vengano inseriti dalle banche in questi conti. Il nostro controllo, inoltre, è impostato su una stima di perdita futura, e non solo sull’andamento del finanziamento fino a questo momento. Ogni anno analizziamo tutti i finanziamenti, e in base alle informazioni in nostro possesso, valutiamo se e quanto di quel credito ipotizziamo possa essere davvero recuperato nel futuro, e quanto no.

Sommando tutti le stime di quanto pensiamo non verrà restituito, e rapportandolo ai finanziamenti erogati, abbiamo il nostro valore delle sofferenze: a fine 2015, il dato era pari al 2,92 % (totale perdite presumibili su totale finanziamenti erogati).

Se però adottiamo un criterio, per quanto non comparabile, più simile al mondo bancario e togliamo la stima prudenziale sul futuro, il dato scende ancora: a fine 2015, le perdite complessive della MAG4, al netto di quanto recuperato in maniera inaspettata, erano pari all’1,65% dei finanziamenti complessivamente erogati.

Questo dato indica solo le contromisure già prese fino a questo momento: dal nostro punto di vista è un dato incompleto, ma abbiamo ritenuto utile calcolarlo per poterci confrontare meglio con il mondo della finanza tradizionale: anche su questo argomento, sembra che la finanza etica abbia molto da insegnare.