In questo momento di acuita crisi sociale ed economica, la difficoltà di scambi monetari crea vuoti ed instabilità, sia sui singoli, sia sulle società, sia sulle realtà collettive.
Per tentare di trovare risposte alternative, stanno proliferando azioni di scambio non monetario che possano supplire e creare nuove strade con cui soddisfare esigenze anche primarie. Risposte alternative teoricamente più semplici per quelle realtà che sono basate su un rapporto paritario tra i membri del collettivo, e che già si sono poste il tema dell'autogestione e della mutualità.
Da anni, l'equipe dei soci lavoratori della cooperativa approfondisce temi, con quella che viene chiamata "autoformazione", un momento che più volte è stato aperto anche ad altri soci interessati e che ha prodotto materiali e riflessioni utilizzati in altri ambiti.
Negli incontri di giugno settembre e ottobre, il tema è stato approfondito, per cercare di capire se si possono trovare strade che la Mag4 può percorrere, partendo da ipotesi riguardanti i soci coinvolti, per poi aprire il tema a tutti gli altri.
Modelli teorici
Fatta una ricerca sulle teorie generali, passando dal socialismo all'anarchismo ed altri, si è evidenziato che tutti i temi della cooperativa sono facilmente riconducibili ad esperienze reali che contengono intrinsecamente mutualismo, proprietà diffusa, partecipazione dei lavoratori alla gestione.
Le esperienze macro analizzate, che hanno tentato di concretizzare queste teorie, sono tra le altre la Comune di Parigi, la Iugoslavia, la Libia, con la strana coincidenza che queste esperienze sono state tutte eliminate dal capitalismo. Esempio recente l'Argentina dopo la bancarotta del 2001, in particolare rispetto all'autogestione delle fabbriche e delle imprese; ad oggi ce ne sono 400 esistenti, con allegati come mense e asili interni.
Le esperienze vicine ed attuali sono molte: orti collettivi di occupazione del verde pubblico nelle periferie di Milano da parte di condomini che seminano e raccolgono senza obblighi in base ad esigenze; autogestione di fabbriche ed immobili per la casa in grandi città; proliferare di mercatini del baratto; pollai autosostenibili e gestiti collettivamente su grano e uova. Alcune hanno azioni concrete specifiche, come l'esperienza di baratto indiretto di un'associazione di Torino, dove chiunque porta materiale nuovo o buono da usare, lo mette in comune su banchi allestiti per categorie, e chiunque prende ciò che gli serve con pagamento in "molle" senza quantificazione per lo scambio, del tutto simboliche, col significato dichiarato di "mi alzo e rimbalzo", ovvero reagisco.
Le conclusioni di questa ricerca ed analisi sono state che, in tutte queste esperienze, la proprietà è determinata dall'utilizzo e delimitata da ciò che posso effettivamente utilizzare. Il potere è diffuso ed è a chi utilizza. Non si può accumulare, perchè non si può conservare ciò che non si usa. Facile gestione quando si tratta di qualcosa di riproducibile all'infinito (il sapere, la pasta madre, i semi) e che non preveda consumo immediato. Funzionante se non ha una quantificazione, anche residua o limitata, al contrario delle banche del tempo, dove un'ora di lavoro vale un'altra ora di altro lavoro.
Trasformato in un esempio, il funzionamento sarebbe quello del mettere in comune dei maglioni, sistemarli in un armadio e da lì il maglione diventa di chi lo usa, non di chi lo ha portato; quando uno non lo usa più lo riporta e ritorna a disposizione di tutti. Proiettandolo sullo specifico di Mag, se l'esempio fosse calato sui soldi, i soldi sarebbero di chi li usa, che li restituisce man mano che non gli servono più. Quest'ultimo esempio, di per sé, sembra troppo irrealizzabile, ma diventa comprensibile utilizzando parametri che definiscano quanto è possibile trattenere. Si capisce meglio ragionando sul grande o sul piccolo, come nel caso di chi possiede milioni di euro, del tutto superflui alle sue necessità, o nel caso dell'unico che ha un pacchetto di sigarette in piena notte e in un gruppo di fumatori. La dimensione cambia se è legata al bisogno e all'utilizzo, in relazione ai propri bisogni ed a quelli del collettivo.
Risorse della rete Mag
Per muovere verso il concreto, è stata fatta una mappatura di base per capire cosa offre la rete Mag, attraverso soci, consulenziati non finanziati, partecipazioni. Un elenco grezzo di chi fa cosa. La grande eterogeneità delle risorse presenti e la molteplice indicazione che queste potrebbero essere utili se accessibili come informazione, ha portato a riflettere sulla possibilità di proseguire in direzione di un database, diviso per tematiche e aree geografiche. Sarebbe interessante proseguire cercando di concretizzare questa direzione, magari intrecciando con altro di esistente, come le "Pagine Arcobaleno" dei Des o il "Susino" di Etinomia. Lavorare con strumenti a partecipazione diffusa, come un sito joomla, dove tutti hanno permesso di scrivere, aggiornano il loro specifico, che viene poi suddiviso in tematiche.
Esempi di bisogni personali
Si è quindi passati alla ricerca di quali siano i bisogni insoddisfatti o traducibili in 'soddisfacibili' in maniera non monetaria, tra i soci presenti. Ne è emerso un elenco, che comprende dalla casa vacanze alla condivisione dell'auto, dal mangiare alimenti sani all'accesso a educativa speciale per i figli, dal delegare le code in posta ai passaggi in auto per viaggi, arrivando fino a temi più complessi come la casa in comune, la ricerca di alternative per pensione e mutua sempre più fragili e in disfacimento generale nazionale.
Concretizzazioni
L'ottica in cui ci si è mossi è quella di cominciare a pensare come sarebbe possibile soddisfare dei bisogni in presenza di meno stipendio, condizione comune a molti lavoratori attuali.
Si sono cercate delle caratteristiche che una ipotetica rete di mutualità dovrebbe avere, utilizzando esempi funzionanti come "bla bla car", scambio di passaggi auto tra individui autogestito via internet, e "servas", offerta e richiesta di posto letto sempre tra individui che si autogestiscono.
Le caratteristiche evidenziate, per definire in concreto, sono che:
- funziona senza reciprocità: non ci deve essere per forza la partita doppia, se cerco un posto letto non devo per forza averne uno da offrire, non ci deve essere corrispondenza, posso prendere di più di quanto offro, posso anche non offrire nulla
- lo scambio non deve avere valenza monetaria: quindi non buoni sconti o prezzi agevolati
- è una rete non centralizzata: non ci deve essere un soggetto che mette insieme offerte e richieste, si deve autogestire
- per abbassare le diffidenze, è necessario che ci sia fiducia
- è un insieme aperto, accessibile: chi vuole partecipa, ma deve iscriversi, non si tratta di uno scambio anonimo
Calato sulla realtà della cooperativa, diventare soci Mag è una modalità accessibile, che consente anche l'adesione a dei principi condivisi; il che porterebbe anche fiducia nella rete. Per partecipare devi essere o diventare socio Mag, ed è immaginabile aprirlo anche a soci di altri soggetti collettivi, con cui siano condivisi i principi.
MAG6 sta da qualche anno sperimentando un modello di rete di mutualità http://www.mag6.it/index.php/progetto-mutualita-97. Sentiti per approfondire il funzionamento del loro modello, più centralizzato rispetto a quello sopra esposto, se ne è dedotto nel loro caso era il modello più comodo e veloce per iniziare l'esperienza, tanto che anche i rimandi dei soci reggioemiliani hanno confermato il voler continuare l'esperienza attraverso una struttura centralizzata.
In questi mesi poi anche MAG Venezia sta sperimentando un modello di rete tra i soci http://www.magvenezia.it/index.php?cp=3871.
Quindi, si è definito che per concretizzare l'ipotetica rete di mutualità sopra descritta si potrebbe utilizzare una piattaforma internet con base joomla o costruita come un forum, ovvero siti internet dove, previa verifica dell'iscrizione da parte di soci, ci siano permessi ai partecipanti che li mettano in contatto e in condizione di scambiare, rispettando le caratteristiche descritte.
Tutto questo sarà portato alla discussione della prossima assemblea, per raccogliere altri stimoli e riflessioni, e soprattutto per verificare quanti siano gli interessati alla concretizzazione di questa rete di mutualità, per definirne fattibilità e percorso di realizzazione. Chi non riuscisse a venire all'assemblea ma volesse partecipare al percorso può scrivere ad