Care socie e cari soci,
siamo a proporvi il 22esimo bilancio di esercizio della cooperativa: un documento per legge assai complesso, costituito di svariati elaborati, decine di pagine di numeri classificati, commenti nostri e di terzi (i sindaci), tabelle e fraseggi non sempre semplici da leggere e capire.

chi paghera la grande crisiVe ne è presentata una versione semplificata e commentata alle pag. 2 e 3 utile a comprendere come il 2008, “annus horribilis” per amplissime fette della finanza e dell'economia mondiale, sia trascorso per la Mag4 nel solco della continuità con i precedenti. Nel bene e nel male: nessun tracollo negli impieghi, una buona tenuta complessiva dei due settori, l'utile necessario per mantenere o quasi il valore del capitale investito, i fondi accantonati per molti soci in sempre maggiore affanno; ma anche la modesta ma continua erosione dei “fatturati”, della massa amministrata, delle ore di lavoro.

Il confronto col mondo della finanza tradizionale non ha ovviamente senso, e non deve consolare nessuno: paradossalmente può succedere che “l'alternativa”, non solo la nostra ma più in generale quella nei consumi, nell'energia, nella socialità, possa accelerare e crescere di più proprio nei momenti di crisi del ”tradizionale”.

Le cose non sono però così semplici e se è indiscutibile il sempre maggiore interesse che negli ultimi mesi le opzioni alternative all'economia in crisi stanno suscitando, questo interesse si ferma presto di fronte alla perdurante diffidenza, allo scarso coraggio, al potere fascinatorio che istituzioni totali come banche, assicurazioni e loro mescolanze possiedono e sfruttano.

Sempre più chiaramente risultano le loro responsabilità negli sfracelli in tutti i Paesi dal primo al quarto mondo, eppure sempre più si accorre in loro soccorso, le si protegge, si aiutano i bilanci disastrati a tornare presentabili. Il danno e le beffe, controfirmati dai burattini (e pagliacci...) del G20. E intanto nel primo e secondo mondo si perde il lavoro, nel terzo e quarto si muore sempre di più di fame e di guerra.

Nonostante tutto questo, dichiarato e certificato non solo da Nobel dell'economia ma dai media più compromessi come tv e tanta carta stampata, la nostra Mutua Autogestita resta ferma al palo, la nostra Rete non sfonda, l'economia e l'impresa no profit non ne approfitta come potrebbe e dovrebbe. Anzi, in taluni casi fa più fatica, con il committente pubblico impiccato dalle speculazioni finanziarie in cui si è fatto coinvolgere...

“Eppure il vento soffia ancora...”, il vento della crisi del neoliberismo, di questo figlio degenere del capitalismo, ed è vento impetuoso che ha già fatto strage di rendite e profitti e riattivato ovunque opzioni “altre” spesso non monetarie come il baratto, o monetarie alternative e complementari, o produttive come orti urbani, filiere cortissime, autocostruzione. Per tutta l'economia solidale questo vento tira a favore, approfittarne è un imperativo che richiede sforzo per reggere il timone di un'etica solidale e globale, per i diritti di tutti e in particolare di cinque miliardi di uomini e donne che dai processi di globalizzazione sono stati esclusi e/o schiavizzati.

Come cooperativa ci siamo attrezzati per supplire ai sempre più impegnativi e numerosi adempimenti legali, per ridurre costi e forbice, per cooperare con le altre Mag e la rete intera.

MA L'ECONOMIA SOLIDALE NON LA FACCIAMO NOI,
MA TUTTI INSIEME!

Voi, con i vostri contatti, le vostre reti: motivi per non farsi incantare dalle sirene ammaliatrici di banche e superbanche ce ne sono sempre di più, sia tra chi ha (o aveva...) del di più, che tra chi deve chiedere.

Il Consiglio di Amministrazione