Non poteva andare tutto liscio, nel riconoscimento della Finanza Mutualistica e Solidale...

e infatti, iniziato lo studio della normativa a cui tutte le Mag, volenti o nolenti, dovranno adattarsi, ci si è resi conto di tutti i limiti imposti che rischiano
di compromettere l'operatività stessa delle mutue autogestite.

Con le forze che abbiamo, il coordinamento MAGico insieme al tavolo della Finanza Etica Mutualistica e Solidale, ha scritto questo documento per
appellarsi a tutte le soggettività che si sentono solidali e toccate da questo processo di normalizzazione dall'alto che per ora ha riguardato le Mag, ma
sembra essere una modalità di agire sempre più diffusa.
Vi chiediamo di diffonderlo il più possibile, trovate la versione scaricabile e approfondimenti su http://www.finanzaetica.net/

 

MAG e Finanza etica mutualistica e solidale

la nuova normativa ne mette a rischio la sopravvivenza

 

La Finanza Etica Mutualistica e Solidale (FEMS) è parte integrante dell'Economia Solidale, e rappresenta un'alternativa al sistema finanziario tradizionale.

In questo contesto tutti i soci partecipano alla costruzione di relazioni di conoscenza e di attenzione reciproca che pongono al centro la felice sussistenza di ogni essere umano e non il denaro.

Le Mag (Mutue di Auto Gestione) sono realtà cooperative che si occupano da oltre trent'anni di Finanza Mutualistica e Solidale e fanno parte, insieme ad altri soggetti (GAS, RES, Jak, CRESER, CAES, ACAF e altri), della FEMS. Attualmente le MAG che in Italia esercitano l'attività di finanza autogestita, di accompagnamento e formazione al sociale sono cinque (Mag 2 Finance di Milano, Mag 4 Piemonte di Torino, Mag 6 di Reggio Emilia, Mag Venezia e la neonata Mag Firenze), e ne stanno nascendo di nuove a Roma e in Calabria. Mag Verona, la prima nata, ha sviluppato nel tempo servizi culturali, formativi e aziendali all'Economia Sociale ed opera in via accessoria il risparmio cooperativo.

Le Mag sono strutture vive e vivaci, nonchè punti di riferimento per coloro che desiderano una finanza al servizio dell'economia reale, che utilizzano per i loro impieghi solo ed esclusivamente quanto raccolto dai propri soci. Stiamo parlando di circa 6.000 socie e soci e di circa 8.000.000,00 di euro interamente investiti, secondo i principi della finanza etica, in progetti di cambiamento sociale, quali l'agricoltura biologica, la produzione e commercializzazione di prodotti artigianali, attività di trasformazione sociale, inserimenti lavorativi.

 

Mai come in questo periodo la Finanza Mutualistica e Solidale è stata riconosciuta a livello legislativo:

- è stata promulgata la legge regionale dell'Emilia Romagna sull'economia solidale (L.R. 19/2014) che la definisce come

l'attività finanziaria che si fonda sui principi del credito come diritto umano, della trasparenza, della mutualità, della partecipazione alle decisioni da parte di soci e risparmiatori, della responsabilità sociale e ambientale, come criteri vincolanti per gli impieghi, di un'adesione globale e coerente di tutta l'attività del soggetto finanziario, escludendo l'arricchimento basato sul solo possesso e scambio di denaro e ogni tipo di prestito nei confronti di quelle attività economiche che ostacolano lo sviluppo umano e contribuiscono a violare i diritti fondamentali della persona.

- da poco è uscito l'articolo 111 del Testo Unico Bancario appena riformato, che riconosce formalmente l'esistenza di soggetti che si occupano di Finanza Mutualistica e Solidale, così come definita dal suo manifesto scritto proprio dalle Mag.

 

Sembrerebbe quindi un momento propizio ma, se guardiamo oltre l'apparenza, mentre la legge regionale dell'Emilia Romagna è un ottimo risultato di un percorso partito dal basso ed è stata scritta in collaborazione con gli stessi attori che costituiscono l'economia solidale, non è stato così per la promulgazione del TUB, la legge nazionale.

Il Testo Unico Bancario, infatti, pur riconoscendo formalmente le Mag, nella sostanza le ingabbia con limiti tali da metterne a serio rischio la sopravvivenza e il fondamentale ruolo per l'economia solidale e no profit.

La legittima e necessaria tutela del risparmio, in un settore bancario che lavora con logiche speculative e di rischio e quasi esclusivamente con denaro di terzi, è infatti priva di significato per realtà come le Mag che operano soltanto con soci e con mezzi propri.

Le Mag hanno portato avanti molte azioni durante l'iter legislativo che ci ha condotto alla situazione attuale, e ne metteranno in pratica altre per proseguire la loro strada trentennale.

 

Le Mag sono attivamente inserite nella RES (Rete di Economia Solidale) nazionale e nelle reti territoriali di collaborazione e di libera azione politica di trasformazione dell’esistente.

In quanto membri della RES nazionale e del tavolo FEMS è doveroso denunciare la situazione in cui le Mag si trovano, non dissimile da tutti quei casi in cui una brillante idea è ingabbiata in cavilli normativi di cui non se ne capisce la natura e che originano da una concezione individualista, consumista e di potere sulla società. Proviamo a fare un esercizio di fantasia e immaginare cosa succederebbe se il legislatore decidesse di normare la realtà dei gas... E' indubbio che ci troviamo in un periodo storico in cui, da una parte, gli spazi di autogestione e sperimentazione sociale stanno sparendo perchè minati da una volontà politica di normalizzazione e regolamentazione aggressiva, dall'altra fioriscono esperimenti di riappropriazione e autogestione nei più svariati ambiti: abitativo, agricolo, tutela della biodiversità, diffusione dei saperi, gestione della terra, creazione di nuovi lavori anche in ambito artistico. E' in questa visione di riappropriazione delle responsabilità legate ad ogni aspetto della vita che si colloca l'esperienza delle Mag, le quali, pur desiderando solo di poter continuare ad esistere così come sono, si sono viste costrette ad essere sotto la tutela (!), sempre più stringente, del legislatore. Con il rischio di scomparire!

 

Per questo motivo chiediamo a tutte le persone e le realtà che si sentono in sintonia con questa visione di lavorare insieme, per immaginare e portare avanti la costruzione di un mondo dove creatività, libertà e responsabilità trovino realmente spazio.

Per chi non si è ancora lasciato conquistare dalla finanza etica, desidereremmo anche che questa fosse una buona occasione (speriamo non l'ultima) per conoscere le Mag e per riprendere in mano la responsabilità sulla gestione del proprio denaro, tanto o poco che sia.

 

Recuperare la gestione del proprio denaro, evitando che possa essere utilizzato per produrre e aggravare l'ingiustizia sociale, è uno di quei gesti rivoluzionari che può produrre cambiamento di dimensioni inimmaginabili.

Questo documento è stato anche portato all'Incontro Nazionale dell'Economia Solidale che si è svolto a Trieste dal 19 al 21 giugno, da cui sono emerse alcune azioni su cui focalizzare le nostre energie e le nostre fatiche.
Da una parte cercare di promuovere iniziative dal basso e regionali per proporre nuove leggi, forti dell'esperienza dell'Emilia Romagna, con l'obiettivo di arrivare alla Conferenza Stato Regioni, e dall'altra ampliare le richieste e i versamenti presso le Mag, che mai come in questo periodo hanno bisogno di sapersi parte di una rete viva ed interessata a questo progetto di finanza dal basso, autogestita e lontana dalle speculazioni proprie dell'alta finanza: non ha senso mantenere vivo il progetto Mag fine a se stesso, ma solo se parte integrante del mondo dell'economia altra. E possiamo pensare ad un sistema economico diverso solo includendo in esso anche canali di finanziamento differenti, che non riproducano la stessa ingiustizia contro cui si combatte.