Come già molto di voi sapranno, domenica 8 novembre 2015 è stata pronunciata una sentenza storica di condanna dell'intero sistema delle grandi opere.

Una sentenza che accoglie l'impianto accusatorio e lo rafforza, che riconosce la violazioni di diritti fondamentali non soltanto in Val di Susa, che denuncia la violazione di convenzioni internazionali da parte degli stati che le hanno sottoscritte, che chiede per la Valsusa la sospensione dei lavori e la cessazione dell'occupazione militare.

Il Tribunale Permanente dei Popoli, considerando i trattati su diritti umani e civili, sull'accesso agli strumenti di partecipazione, ritiene censurabili gli Stati che nel diritto e nelle prassi non garantiscono la partecipazione delle popolazioni locali.

Pertanto chiede a tutti gli Stati di dotarsi di queste norme, e di rispettare quelle esistenti.

La sentenza completa si può trovare sul sito del Controsservatorio http://controsservatoriovalsusa.org/120-una-sentenza-storica dove si può trovare anche la risposta, a firma di Gianni Tognoni - Segretario generale del TPP, pubblicata dal quotidiano La Repubblica il 20 novembre, ad un articolo pubblicato dallo stesso quotidiano l'11 novembre.

Nell'articolo si parlava, a proposito di TPP, di "sedicente tribunale" paragonandolo a chi "raccatta oggetti privi di valore e pezzi di ciarpame" e via denigrando. Segno che la sentenza non poteva passare inosservata e soprattutto che aveva colpito nel segno.