La finanza divide sempre i cittadini in dominati e subordinati, privilegiando gli uomini sulle donne. Le Mutue di finanza autogestita smonta questo giocattolo e ribalta la relazione tradizionale tra creditore e debitore. Come? Prendendosi il tempo necessario per ragionare e decidere insieme, accettando solo piccoli creditori, mettendo in discussione forme di potere maschili.
Di Cinzia Cimini Le Mutue di finanza autogestita  (Mag) sono operatori di finanza mutualistica e fondano la propria attività sull'autogestione del denaro. Proviamo a osservare meglio le Mag in tre punti essenziali per ragionare di finanza da un punto di vista degli uomini e delle donne: il tempo, il potere, le relazioni.
La gestione del tempo. Si dice sempre che tempo è denaro. Concedersi il lusso di perdere tempo per prendere decisioni condivise, che siano realmente inclusive, è un lusso. Per dare risposte ai bisogni reali del territorio è necessario concedere tempo: la risposta più efficace passa attraverso la lentezza. «Perdere tempo» nel confronto, nella riflessione, per operare la scelta più efficace, perché maggiormente condivisa.
Pino Ferraris, studioso scomparso da poco che molto si è occupato di autogestione e di mutualismo, sosteneva che «creare esperienze di cittadinanza attiva attraverso il far da sé solidaristico della mutualità oggi [è] andare contro-corrente in un sistema e una cultura che producono passività e deleghe». Le Mag, attraverso la pratica quotidiana della partecipazione diffusa dei soci vogliono creare le condizioni perché i cittadini siano capaci di camminare sulle proprie gambe e per fare questo occorre prendersi del tempo. Ad esempio nelle Mag i consigli di amministrazione sono sempre aperti a tutti i soci, vengono creati spazi di partecipazione (assemblee, gruppi di lavoro aperti a tutti i soci) in ogni livello decisionale, strategici ed operativi.
La gestione del potere. Cominciamo con la rappresentanza negli organi amministrativi. Le Mag in Italia, complessivamente raccolgono quasi 11 milioni di euro e ne investono in progetti sociali, economici e culturali più di 8 milioni: nei consigli di amministrazione siedono mediamente per il 50 per cento donne (e non sono previste quote rosa) e, in alcuni casi, rivestono il ruolo di presidenza (come ad esempio nella Mag di Torino e nella Mag di Roma).
Un altro aspetto del potere che merita di essere analizzato è la provenienza del denaro utilizzato per l'attività finanziaria. Il capitale che le Mag utilizzano nella propria attività di microcredito è completamente privato e diffuso tra tanti piccoli azionisti (la maggior parte delle Mag hanno circa 1.500 soci tra persone fisiche e organizzazioni e raccolgono mediamente circa due milioni di euro), permettendo in questo modo l'adozione di modalità di gestione autonome, basate sul mutualismo e sull'autogestione.
Infine, anche la costruzione della base sociale ha un suo ruolo nella gestione del potere. Ogni finanziato è socio della Mag non rimane «congelato» nella propria condizione di bisogno di credito, e quindi per questo più soggetto a discriminazioni di genere, ma può farsi protagonista diventando parte attiva dei processi decisionali. La gestione delle relazioni. La Mag danno spazio alle relazioni nella finanza. Sia dal lato degli impieghi che dal lato della raccolta, l'elemento relazionale è centrale.
Un esempio? Rosa aveva ottenuto un microcredito ma era in difficoltà per due motivi: perché la relazione con i suoi garanti, membri di un Gruppi di acquisto solidale che si riforniva da lei (e molti di loro soci di Mag Roma); perché la relazione con Mag Roma era difficile, Rosa pensava di relazionarsi con la Mag come faceva con qualunque altra finanziaria, scappando quando non aveva la possibilità di pagare la rata. La via di uscita è stata riattivare le reti relazionali, facendo sì che il Gas riprendesse a fare la spesa regolarmente da Rosa permettendole di rientrare del prestito. Mag Roma insieme a Rosa hanno pensato come riattivare relazioni e lei ha cominciato a farlo, chiedendo a un altro Gas di aiutarla nella restituzione del prestito.
Insomma, lo spazio autogestito offre possibilità alle persone di avere più fiducia in se stesse, di crescere nell'assunzione delle responsabilità e quindi di essere parte attiva.
La missione di una Mag è quella di produrre trasformazione sociale, non prodotti finanziari di genere, e sperimentare strade che portino a un sistema economico e finanziario diverso da quello mostrato dalla crisi globale, un sistema nel quale siano presenti uomini e donne in grado di esercitare il proprio spazio di potere, inteso come possibilità di agire.

Cinzia Cimini è presidente di Mag Roma consulente per il non profit presso uno studio commercialista, si occupa di microcredito e terzo settore. Co-autrice di Finanza creatrice. Indagine sul microcredito nella provincia di Roma e di Lavorare nel terzo settore (Carocci editore, 2005), per Comune-info ha anche scritto Come si dice ago e filo in afghano?.